Note relative alla vaccinazione in gravidanza.

La novità, nello schema delle vaccinazioni durante la gravidanza, sta nell’indicazione contenuta nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017/2019, secondo cui le gestanti dovrebbero richiamare l’immunizzazione dalla pertosse con il vaccino trivalente, che in aggiunta protegge anche dal tetano e dalla difterite.

Dato che la pertosse contratta nei primi mesi di vita può essere molto grave o persino mortale è necessario offrire la massima protezione al neonato . La protezione conferita passivamente da madri che hanno contratto in passato la malattia o che sono state vaccinate molti anni prima è infatti labile e incostante a causa dell’immunità declinante conferita sia dalla malattia naturale che dalla vaccinazione ; inoltre la fonte di infezione è frequentemente la madre. Per tali motivi la vaccinazione della madre nelle ultime settimane di gravidanza con dTpa consente il trasferimento passivo di anticorpi capaci di proteggere il lattante fino all’effettuazione del ciclo vaccinale di base (prima dose al terzo mese di vita).

Il periodo raccomandato per effettuare la vaccinazione è il terzo trimestre di gravidanza, idealmente intorno alla 28a settimana, al fine di consentire alla gestante la produzione di anticorpi sufficienti e il conseguente passaggio transplacentare.

La vaccinazione dTpa andrebbe effettuata ad ogni gravidanza, nonostante la donna sia già stata vaccinata o sia in regola con i richiami decennali o abbia avuto la pertosse.

Il vaccino da eseguire è quello contro difterite-tetano-pertosse (dTpa), vaccino acellulare non contenente batteri vivi,  che conferisce la protezione verso tutte e tre queste malattie, dimostratosi sicuro sia per la donna in gravidanza sia per il feto.

Non esiste un vaccino monovalente contro la sola pertosse.

Poichè gli anticorpi indotti dalla vaccinazione raggiungono la quantità massima dopo circa 2 settimane e iniziano successivamente a diminuire, il vaccino è sempre raccomandato per ciascuna gravidanza, anche se la paziente è stata già vaccinata o ha avuto la pertosse, (l’immunità data dalla malattia non è perenne, ma si riduce progressivamente nel tempo)  in modo che ogni neonato abbia la massima protezione possibile.

Il periodo ottimale per vaccinare la donna e trasferire gli anticorpi antipertosse al feto è il 3° trimestre di

gravidanza (28° – 32° settimana). Alcuni recentissimi documenti (Public Health England, “Vaccination against pertussis (whooping cough) for pregnant women”, 2016) mostrano, come raccomandato dalla “Joint Commettee on Vaccination and Immunisation” (JCVI) di anticipare la somministrazione del vaccino in gravidanza in un periodo compreso fra la 16° e la 32° settimana, con benefici per il neonato, in termini di aumento del titolo anticorpale, in caso di parto pretermine.

L’immunità conferita dalla vaccinazione materna ha una durata di circa sei mesi, quel che basta per proteggere il neonato nella fase in cui è più vulnerabile al rischio del contagio e in cui un’eventuale infezione sarebbe più pericolosa per lui. Il calendario vaccinale per l’età pediatrica prevede che la prima dose di vaccino venga somministrata al bambino nel terzo mese di vita, cioè al compimento dei due mesi. La seconda dose è prevista al compimento dei quattro mesi e la terza a un anno. La vaccinazione materna non sostituisce quella diretta del bambino, ma serve a proteggerlo in attesa che riceva le prime due dosi e sviluppi da solo un’adeguata quantità di anticorpi.

Recenti acquisizioni hanno indicato che vaccinare la madre subito dopo il parto non riduce i casi di pertosse nei neonati, e andrebbe fatto solo se la donna non è mai stata vaccinata prima.

I vaccini contenenti la componente pertosse utilizzabile nel soggetto adulto sono i vaccini trivalente DifteriteTetano Pertosse acellulare o il quadrivalente DifteriteTetano Pertosse acellulare Poliomielite. Nel riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) viene riportato che sebbene gli studi nell’animale non indicano effetti dannosi diretti o indiretti per quanto riguarda la gravidanza, lo sviluppo embriofetale, il parto o lo sviluppo post-natale, non sono disponibili dati sull’uomo provenienti da studi prospettici sull’uso del vaccino durante la gravidanza e pertanto il vaccino dovrebbe essere usato durante la gravidanza solo in caso di reale necessità e quando i possibili vantaggi superano i possibili rischi per il feto.

È noto come sia prassi per la maggior parte dei farmaci non sperimentarli su donne in gravidanza. Non vi è alcuna ragione teorica per sospettare che i vaccini inattivati sarebbero associati ad un aumentato rischio di eventi avversi quando somministrati durante la gravidanza. Non esistono dati pubblicati che indicano che i vaccini inattivati attualmente autorizzati siano teratogeni o embriotossici, o che hanno dato luogo a specifici esiti negativi della gravidanza. Pertento, la vaccinazione per la pertosse in gravidanza è attualmente raccomandata da tutti i massimi organismi mondiali indipendentemente da quanto scritto nell’ RCP dei singoli prodotti.

La letteratura scientifica internazionale e l’utilizzo con successo del vaccino antipertosse in gravidanza, nei programmi di immunizzazione nazionale di molti Paesi ( UK-NHS, USA-CDC, Australia-NIP ) sono a favore dell’alta sicurezza di questo vaccino somministrato nel corso della gravidanza. Il vaccino contenente la componente pertosse è stato utilizzato di routine nel Regno Unito in donne in gravidanza dall’ ottobre 2012 (dal 1 aprile 2016 viene usato Boostrix_IPV a partire dalla 20 settimana di gestazione). La Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency (MHRA) ha monitorato con attenzione la sua sicurezza. Lo studio della MHRA su donne vaccinate con Repevax (dTpa-ipv) non ha evidenziato rischi per la gravidanza o l’esito della gravidanza. Boostrix (simile a Boostrix IPV, ma senza il componente polio) è uno dei vaccini regolarmente raccomandato negli USA per l’immunizzazione di donne in gravidanza. Anche l’esperienza negli Stati Uniti non ha evidenziato problemi di sicurezza con l’uso del vaccino in gravidanza.

Il vaccino dTpa per uso adulti può quindi essere utilizzato alla luce delle evidenze scientifiche nella donna in gravidanza anche se si tratta di una raccomandazione off-label in quanto l’ RCP non lo prevede espressamente.

BIBLIOGRAFIA